Lost in Croazia, viaggiando in famiglia.




Cos’è un racconto di viaggio? Tante cose, dipende molto dal perché lo si realizzi. Per quanto mi riguarda le motivazioni sono più di una, da un lato ci sono i miei bambini che spero potranno leggerlo in futuro, riaccendendo o addirittura ricostruendo i loro ricordi. Un po’ come avviene con le fotografie che ci ritraggono da piccoli, ci si chiede cosa stessimo pensando i quei momenti, ci riaprono cassetti dei quali ci eravamo completamente dimenticati. Per me stesso raccontare con foto e parole è un modo di osservare, di rielaborare quello che vedo, di immaginare, rivivere, capire o quantomeno provarci.

Ogni viaggio riflette la propria personalità, almeno nelle intenzioni e nelle scelte a monte. Per questo giro in Croazia, la prima volta per noi, ho meditato a lungo su cosa mi sarebbe piaciuto cercare. Non sono stanziale, quei pochi giorni a disposizione sento di doverli impiegare al meglio per vedere più cose possibile e vivere almeno una parte dei luoghi che attraverso.


Così, guardando la cartina, dopo aver filtrato centinaia di consigli degli amici, e considerando il tipo di viaggio con famiglia e due bimbi di sette e nove anni, sono giunto a questo tipo di percorso.
Partiremo in auto da Oriago (Ve), via Lubiana attraverseremo la Slovenia per arrivare a Zagabria. Ci fermiamo per tre notti e poi ci spostiamo di due ore circa a Grabovac, subito prima dell’ingresso nord del parco dei Laghi di Plitvice. Due notti qui, per avere un giorno e mezzo a disposizione, e poi via a sud per le quattro notti che passeremo a Sibenik, usandola come base per vedere Spalato e Krka. Ultima tappa di rientro, anche per aggiungere l’ingrediente “isola” alla ricetta, è Rab (per due notti), in modo da spezzare a metà il tragitto di rientro.
Un totale di undici notti molto ricco e vario, si passa dalla città alla natura più ricca, l’entroterra e i luoghi costieri, antichi borghi in pietra, fortezze sul mare, spiagge urbane e calette nelle isole e sulla costa. Una serie di alternanze che messe accanto ci restituiscono una lettura per contrasti molto efficace.

Devo dire che la gentilezza e la disponibilità del popolo croato sono state superiori a qualsiasi aspettativa, ci siamo trovati benissimo, non abbiamo mai percepito momenti di insicurezza nemmeno di sera o nelle periferie, e ci hanno colpito l’attenzione e la cura per il verde e per gli spazi urbani.

La scelta del periodo è stata molto felice, la seconda metà di giugno ci ha consentito di trovare alloggi a prezzi più contenuti, ma anche di visitare luoghi normalmente affollati, come Plitvice, in tutta serenità, a volte anche in solitudine. Una meraviglia.

Partiamo da Zagabria, una capitale a misura d’uomo. All’arrivo abbiamo lasciato l’auto in un parcheggio custodito e l’abbiamo ripresa per partire dopo tre giorni. L’appartamento era a ridosso del centro storico, ma noi amiamo camminare e anche con i bambini maciniamo diversi km al giorno.
Comunque oltre all’aspetto urbano vitale e storico, città alta/città bassa, abbiamo optato per vedere un museo dell’illusione molto carino, e quello delle scienze e della tecnica dedicato a Nikola Tesla, bellissimo! Siamo saliti sulla torre campanaria e abbiamo preso la filovia più corta del mondo. Ci siamo goduti la partita mondiale della Croazia in piazza, respirando l’aria di festa per la vittoria, insomma bella, nonostante un lieve retrogusto amaro della decadenza che si sta superando con decisione, devo dire che ci è piaciuta molto, anche ai bambini.












Dopo la terza notte passata a Zagabria, Lunedì mattina ci incamminiamo verso Plitvice. Siamo in Giugno, infrasettimanale e vicini all’ingresso 1 del Parco, quello più a Nord e strategicamente migliore, andando presto (apre alle 7 e chiude alle 20) spero di non trovarmi tra la folla. Almeno così l’ho pensata io. Intanto spendiamo il pomeriggio a disposizione nei dintorni di Grabovac, dove alloggiano in un ottimo appartamento su bifamiliare. Mi fermo all’info point e pianifichiamo il pomeriggio, al parco dedicheremo l’intera giornata del Martedì, per questo ho preso due notti. A pochi km ci sono le grotte di Barac, e puntiamo subito a quelle. Attenti a disabilitare il roaming sul telefono perché qui si aggancia ai gestori di Bosnia ed Erzegovina e non siamo più nelle tariffazioni europee, siamo molto vicini al confine. Il parco è avvolto da una pace stupenda, le grotte si visitano solo con guida e ci aggreghiamo al primo gruppo disponibile. Intanto i bimbi si svagano nel bellissimo parco ricco di giochi e di farfalle. La visita è curata molto bene, si sale un po’ e poi si entra in grotta. Non è grande ma comunque interessante, arrivati infondo la guida chiede silenzio e spegne le luci per far provare la sensazione di buio assoluto che solo in grotta si può avere, anche questa un’esperienza da provare se non si hanno particolari fobie. Usciamo e ci dirigiamo verso il vicino ranch Dolina Jelena, dove diamo da mangiare ai cervi e ci divertiamo molto con i vari animali. Ultima tappa al tramonto, prima che chiuda alle 20, la torre di Dreznik, dove si sale gratuitamente e ci gustiamo un luce fantastica dalle finestre ovali in cima.

 







La giornata dedicata ai laghi inizia presto, e, come speravo, la situazione è molto tranquilla e consente di godersi il percorso e fermarsi ogni tanto senza troppi ingorghi, a volte con la passerella addirittura completamente sgombra. Il posto è di una bellezza rara, un luogo che ti avvolge delle sue meraviglie e che non ti stanchi di percorrere. Partire dal punto 1, a Nord, significa scendere nel canyon e risalire gradualmente i sedici laghi comunicanti, trovandosi sempre di fronte alle cascate. I bambini sono a dir poco euforici per questa bellezza naturale, prendiamo il battello e risaliamo a piedi tutto il percorso fino all’ingresso numero 3, ci mettiamo circa 8 ore, con un picnic intermedio, tutto stupendo. Arrivati su prendiamo al volo il bus che ci riporta al punto di partenza e alle 15 siamo di rientro, e ovviamente sentiamo la stanchezza. Ci riposiamo e dopo un po’ decidiamo di sfruttare l’ingresso giornaliero che abbiamo per ritornare  all’ora del tramonto, e così ci rimettiamo in macchina e in pochi minuti alle 18:30 siamo di nuovo dentro, con una luce bellissima e praticamente soli, e tutto diventa ancora più spettacolare.









La mattina dopo ci muoviamo con calma, dobbiamo arrivare a Sibenik, sulla costa dalmata, e almeno metà della strada è una lenta statale che attraversa il paesaggio dell’entroterra, profondamente differente da quello che si presenta a ridosso delle montagne che sbarrano il mare. Superiamo gli ultimi chioschi del luogo che vendono miele e formaggio e saliamo su fino ad affacciarci verso Zara e l’Adriatico, e la vista è davvero suggestiva.
Ma noi puntiamo a Sud, e in poco meno di tre ore siamo alla nostra meta, anche grazie alla comoda autostrada che da qui si può prendere.

Alloggiamo in un bellissimo appartamento nella prima periferia di Sibenik, a 500mt dal centro storico, è stata una scelta strategica per poter lasciare l’auto senza spese e perché, dovendo fare diverse escursioni, siamo ad un passo dall’uscita dal centro, e allo stesso tempo possiamo muoverci a piedi in città.
Il centro storico è bellissimo, in questi giorni c’è anche il festival internazionale del bambino, quindi è ricco di eventi (anche se quelli a pagamento vanno prenotati con mesi di anticipo a quanto pare, tutto sold out).





Il primo giorno intero lo dedichiamo al Parco Nazionale di Krka, avevamo programmato di prendere il battello a Skradin, ma poi abbiamo deciso di fare direttamente l’ingresso da Lozovac, arrivando con l’auto alle cascate di Skradin (e relativo percorso). In realtà ci si arriva con i bus del parco (inclusi nel costo di ingresso), giù per una serie di tornanti panoramici. L’obiettivo principale dei bimbi è quello di fare il bagno, ma prima ci sono un po’ di cose da vedere, iniziando dalla zona dei mulini ad acqua e poi via per le passerelle che attraversano bosco e cascate, fino a scendere giù all’agognata meta, dove infatti troviamo una marea di persone che fanno il bagno o prendono il sole tra prato e terra.
Però è bellissimo lo stesso, e io e i bimbi ci fiondiamo nell’acqua gelida. È un po’ scomodo entrare e muoversi, per fortuna abbiamo le scarpette, e qualcosa riusciamo a farla nonostante la temperatura dell'acqua.
Ci organizziamo il picnic con i piedi a mollo sotto una cascata, e poi con calma ci dirigiamo verso l’uscita, con l’obiettivo di risalire in auto il fiume per vedere almeno un’altro punto del parco prima che chiuda. Avremmo potuto visitare l’isola con il monastero, ma abbiamo optato per andare più a nord dove c’è una grotta e delle cascate.
Ci inoltriamo quindi nella parte superiore del fiume Krka, risalendo per stradine e luoghi deserti, fino a ricongiungerci con il fiume più a nord, in una gola molto scenografica. E qui scopriamo che per la grotta c’è una ripida salita di 517 gradini da fare, non male dopo la giornatina passata a camminare! Intanto tuona e minaccia pioggia, ma non ci facciamo spaventare e, dopo una lunga sudata, siamo alla piccola grotta, dove una gentile addetta ci spiega un po’ di cose prima di farci percorrere i pochi metri a disposizione. Diciamo che più che la grotta è il paesaggio a meritare la salita, e scopriamo che in qualche modo ci si arriva anche dall’alto con molta meno fatica.
Torniamo in basso e percorriamo il breve tratto che porta giù ai mulini ad acqua (in parte visitabili, alcune delle strutture sono adibite alla ristorazione o ai souvenir) e ci affacciamo sul lago con vista cascate, un po’ di svago e relax e poi si è fatta ora di rientrare, impossibile vedere tutto in un giorno.

Rientriamo da nord, girando attorno al fiume e seguendo stradine di campagna, grazie al gps, e quando siamo di nuovo all’altezza di Lozovac ci ricordiamo del fornello dove questa mattina cucinavano un maialino allo spiedo... Anticipiamo così la cena, date le energie spese e che abbiamo solo un panino sullo stomaco, poi a casa per il meritato riposo e per “vedere Alberto che segue la partita della Croazia”, che è uno spasso più della partita in sé!








Secondo giorno, si prevede brutto tempo, andiamo a Split (Spalato), ci si arriva in un’oretta di macchina via autostrada; ho individuato un comodo parcheggio a ridosso del porto e puntiamo diretti li. La città è molto grande e a noi interessa la parte antica ovviamente. Tutto fila abbastanza liscio, e in pochi minuti, attraversato il locale mercato, siamo nel Palazzo di Diocleziano.
Entriamo a visitare la parte inferiore e ci troviamo anche un’esibizione di un gemellaggio politico con il Giappone. Comunque la struttura della base resta accessibile, un po’ malmessa ma qualcosa la si vede lo stesso, solo che fuori inizia a piovere, e non poco, e dato che c’era il sole ci siamo fatti ingannare e non abbiamo portato gli ombrelli con noi.
Ci muoviamo velocemente sotto l’acqua alla ricerca di un rifugio temporaneo dove mangiare qualcosa, e ripieghiamo su una rosticciera che fa delle ottime torte salate con la sfoglia ripiena di formaggio, carne o ricotta e spinaci. Tamponiamo la fame mentre la pioggia rallenta fino a fermarsi.
Possiamo passeggiare un po’, prendiamo il biglietto unico alla cattedrale e con quello saliamo sul campanile, vediamo il tesoro, la cattedrale, la cripta, e poi il vicino tempio di Giove (o battistero). Passeggiamo in lungo e in largo le vie del centro storico, bellissimo, e il lungomare, e poi si rientra a Sibenik.
C’è una bella serata e vale la pena scendere in centro a Sibenik per passeggiare e per cenare tra le antiche vie in penombra con un buon cartoccio di frittura di sarde e calamari da asporto.








Il terzo giorno di Sibenik cambiamo i programmi, vogliamo rilassarci, quindi salta il giro sulla costa in auto e vediamo cosa c’è qui vicino. Iniziamo dalla fortezza triangolare che proteggeva l’ingresso dal mare, panorama che vediamo anche dalla nostra finestra in appartamento, e che è stato uno degli scenari della serie il Trono di Spade.
Prendiamo quindi l’auto e ci dirigiamo sulla penisola che abbiamo di fronte, arriviamo al limite della pineta e proseguiamo a piedi per un bel percorso nella natura, anche se tira un forte vento di bora. Prima della fortezza (che si può vedere solo dall’esterno) c’è una pineta piena di bunker abbandonati tra le pietre, ma c’è un sentiero anche attrezzato per le scampagnate, incontriamo un pescatore che ci mostra le sue prede e passiamo così un paio di ore molto gradevoli.

Ora però si va in spiaggia, c’è quella libera giù in città, sul lato Nord, ed è anche più protetta dal vento e attrezzata, quindi i bambini fanno un bel bagnetto in mare e poi ci mangiamo una mediocre pizza pur di rilassarci e non muoverci per un po’, sotto al sole che scalda dalla fresca brezza che tira.Lasciamo la spiaggia in direzione delle fortezze da visitare, due su tre sono accessibili con biglietto unico. Iniziamo da quella alta, la fortezza Barone, ristrutturata molto bene, con un parco giochi a tema navale che affaccia sulla città, inoltre offre un tour in realtà aumentata (in italiano anche) che spiega la storia della città e delle battaglie contro l’impero ottomano dell’epoca sotto la Serenissima Venezia.Il panorama è splendido, ma dato che c’è un concerto, l’altra fortezza più in basso chiude alle 19, e allora meglio muoversi.Scendiamo a piedi dalla fortezza Barone e arriviamo che è in corso il sound check della band, quindi visitiamo le mura accompagnati dalla musica. Bello anche qui, sostanzialmente è un’area permanente per spettacoli, e deve essere bello assistervi con una vista del genere in questo scenario.Ultima sera a Sibenik, ci concediamo una cena di pesce giù in fondo al porto, vicino ai cantieri navali, e poi a casa, è stata intensa anche questa giornata.








La vacanza volge al termine, ma manca l’ultimo ingrediente del viaggio, l’esperienza in isola.Risaliamo lentamente la costa, dopo Zara si entra in Istria, e la strada è lenta ed articolata da tornanti e calette che scendono in mare. Paesaggio anche questo stupendo, abbiamo il traghetto da Stinica, prendiamo il biglietto (20€) e percorriamo i pochi minuti di mare che che ci separano dal lato sud di Rab (Arbe).Troviamo con un po’ di fatica l’appartamento (un po’ deludente rispetto ai precedenti) e iniziamo subito dal mare. Prima meta la spiaggia di Pudarica, a sud, sempre sassi e un po’ di gente, acqua gelida, ma i bimbi si divertono e questo è l’importante.La sera invece la dedichiamo alla passeggiata sul lungomare di Barbat, che abbiamo vicino casa, arrivando ad un ristorante molto carino vista tramonto (Meduza), nel quale ci rilassiamo con una piacevole cenetta prima di rientrare per la nanna.L’unico giorno pieno a disposizione lo usiamo per recarci al centro storico della città di Rab, davvero bellissimo anche questo; parcheggiamo a ridosso del centro e ci godiamo la calma del mattino, nonostante siano in corso i preparativi per la festa di stasera, con rievocazioni storiche e gara di tiro con la balestra.Percorriamo il lungomare, saliamo sul campanile in punta (molto avventurosa la scalata), e anche qui si resta ammirati dal contesto urbano e paesaggistico.Bella, ora puntiamo a nord, nell’area a bosco dalla quale si scende verso alcune calette balneabili. È bello perché siamo davvero poche persone, anche se la spiaggia non è il massimo come sabbia. I bambini pescano e si passano il tempo, pic nic e poi si rientra per preparaci alla serata di festa in centro.Salutiamo Rab con una piacevole serata e una cena di pesce sul lungomare, chiudiamo qui il nostro primo capitolo con la Croazia, dodici giorni (undici notti) intensi e densi di meraviglia; abbiamo incontrato sempre persone gentilissime, mangiato molto bene, visto luoghi meravigliosi, e, ultimo ma non meno importante, contenuto parecchio i costi, anche grazie al fatto di aver anticipato di pochissimo l’alta stagione, potendo anche avere maggiore scelta e meno affollamento nei luoghi turistici.









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© Renato Greco 2018


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