Siamo travolti da un'onda empatica nel momento del contatto e poi lasciamo che le emozioni diventino memoria di quel momento specifico. Sostanzialmente è come se congelassimo quel sentimento di “sim-patia” in quel preciso momento nel tempo, come un frame fotografico.
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Una delle mie passioni, attraversare le città e fermarne alcune visioni, scattare rapidamente, a volte quasi d'istinto per non fare rumore e snaturare l'attimo che si vuole cogliere.
Sabato scorso con famiglia al seguito e amici fotografi del gruppo Facebook Semplicemente Fotografare, abbiamo trascorso un w.e. a Bologna, il meteo non ha aiutato ma la città è talmente viva e colorata da offrire moltissimi spunti a tutte le ore.
Ci eravamo stati qualche giorno fa per un'altra passeggiata e il risultato fotografico è stato completamente diverso, probabilmente mi sono posto diversamente io, comunque questa è una piccola selezione degli scatti, ho usato il corredo Fuji X a mia disposizione con i due corpi XE1 XE2 e varie lenti, dalla pagina Flickr dell'album potete vedere anche gli exif.
Sabato scorso con famiglia al seguito e amici fotografi del gruppo Facebook Semplicemente Fotografare, abbiamo trascorso un w.e. a Bologna, il meteo non ha aiutato ma la città è talmente viva e colorata da offrire moltissimi spunti a tutte le ore.
Ci eravamo stati qualche giorno fa per un'altra passeggiata e il risultato fotografico è stato completamente diverso, probabilmente mi sono posto diversamente io, comunque questa è una piccola selezione degli scatti, ho usato il corredo Fuji X a mia disposizione con i due corpi XE1 XE2 e varie lenti, dalla pagina Flickr dell'album potete vedere anche gli exif.
Il Lumix 100-300/4-5,6 è un supertele incredibilmente compatto per la focale e la relativa luminosità che offre, con una OIS (stabilizzazione ottica) molto efficiente oltretutto. Unica alternativa in questo range di focali allo Zuiko 75-300/4,8-6,7 (non stabilizzato e più buio), offre una focale equivalente nel 35mm a un 200-600mm.
Quanto può essere divertente il mondo Lo-Fi anche nella fotografia?... parecchio! a patto di considerare la cosa per quello che è, quindi divieto assoluto di pixel peeling e di purismi concettuali!
Ci sono marchi che hanno fatto la storia della fotografia, e tra questi Leica è sicuramente ai primi posti come sinonimo di altissima qualità . Da tempo si affianca al marchio Lumix con costi più accessibili e probabilmente qualche compromesso in più, ma il Summilux 25/1,4 che producono per il consorzio Micro quattro terzi sembra non risentire troppo della sua relativa economicità . Si tratta pur sempre di una lente a focale "normale" (relativo ai 50mm classici sulle 35mm) a un prezzo che si aggira intorno ai 500€ quando va bene.
Come si fa a dire di no ad una passeggiata notturna a Venezia con un amico fotografo (e titolare del mio negozio preferito e di fiducia)?... impossibile!
Così qualche giorno fa, in una fresca serata autunnale di metà Novembre, approfittando di una tregua nelle acque alte del periodo, io e Marco Missiaja, armati rispettivamente di Olympus OMD EM5 e Fuji X-M1 ci siamo avventurati nella zona che da Campo San Luca porta alla Chiesa della Salute, con tutte le soste fotografiche del caso.
Anche se il tempo a nostra disposizione non è stato tanto, in un paio d'ore qualcosa lo abbiamo portato a casa.
Così qualche giorno fa, in una fresca serata autunnale di metà Novembre, approfittando di una tregua nelle acque alte del periodo, io e Marco Missiaja, armati rispettivamente di Olympus OMD EM5 e Fuji X-M1 ci siamo avventurati nella zona che da Campo San Luca porta alla Chiesa della Salute, con tutte le soste fotografiche del caso.
Anche se il tempo a nostra disposizione non è stato tanto, in un paio d'ore qualcosa lo abbiamo portato a casa.
Due focali abbastanza diverse ma che possono contendersi i ruoli in un set di fissi minimale ed economico, lo Zuiko 45/1,8 e il Sigma 60/2,8. Corrispondono nel formato 35mm a un 90mm e un 120mm.
Capita (sempre più raramente purtroppo) di avere un po' di risparmi e volersi concedere un bel fisso tele, restando in ambito micro quattro terzi il dubbio potrebbe ricadere sulle due lenti in questione, anche se abbastanza diverse tra loro.
Lo Zuiko è compatto e leggero, molto luminoso e veloce, con una nitidezza piacevole e non estrema, bellissima lente che si trova nuovo alla ragionevole cifra intorno ai 250€. l'unico appunto è nella costruzione plasticosa e l'assenza di paraluce.

Lo Zuiko è compatto e leggero, molto luminoso e veloce, con una nitidezza piacevole e non estrema, bellissima lente che si trova nuovo alla ragionevole cifra intorno ai 250€. l'unico appunto è nella costruzione plasticosa e l'assenza di paraluce.
Sempre grazie all'aiuto di Mauro, continuiamo il precedente raffronto con l'analisi dei risultati degli zoom kit Lumix G Vario 14-42 e M.Zuiko 12-50.
Tralasciando, gli aspetti più ampi che differenziano questo tipo di obbiettivi dalle focali fisse (luminosità , dimensioni, prestazioni generiche) concentriamoci su quanto possa cambiare la resa fotografica, i pro e i contro (rispetto ai nostri scatti), come risultato finale, quindi con jpg in camera (Olympus OMD E-M5).

Non voglio fare l'ennesima recensione tecnica che ne esalta la bellezza, una lente favolosa e favolosamente costruita, punto.
Detto questo ho voluto divertirmi un po' alla faccia dei detrattori sel sistema per la mancanza di bokeh nel "piccolo sensore" 4/3, vediamo...
Una delle cose che ricordo con più nostalgia di quando si scattava in pellicola, era l'approccio allo scatto con la Diapositiva. Conoscendo la sua reazione alla luce, si poteva gestire il risultato in fase di scatto, compensando l'esposizione e ottenendo su film l'esatta resa delle scelte compiute.
Era diverso dal negativo, che comunque prevedeva compensazioni in fase di stampa, la diapositiva la decidevi tutta tu.
Era diverso dal negativo, che comunque prevedeva compensazioni in fase di stampa, la diapositiva la decidevi tutta tu.
Morro De Sao Paulo - Bahia
Diapositiva - Fuji Velvia 50 - Contax 167 MT + Yashica 135/2,8
Dopo appena una settimana vorrei fissare alcune impressioni a caldo per questa lente puttosto particolare.
I 35mm (equivalenti) o si amano o si odiano, un po' come i 50mm, è una focale che restituisce quella naturalezza dell'angolo di visione umano, e di conseguenza necessita di un approccio molto naturale alla fotografia, rinunciando alle stucchevolezze dei grandangoli onnicomprensivi o all'isolamento dei dettagli dei selettivi tele. Ok, per la precisione nel m43 questi sono 34mm equivalenti.
Sospettavo da un po' che questa fosse la mia focale e finora ho sopperito con il Lumix 20/1,7 (Equivalente 40mm), lente splendida se non fosse per la disastrosa gestione dell'AF.
Lo zuiko 17 f 1,8 convince sin da subito, appena esce dalla sua scatola (sempre troppo povera di accessori per la qualità e per il prezzo); un piccolo gioiello meccanico, con la ghiera dell'AF che slitta in manuale mostrando i riferimenti per la profondità di campo e assumendo un fine corsa in entrambe le direzioni (cosa fantastica).
I 35mm (equivalenti) o si amano o si odiano, un po' come i 50mm, è una focale che restituisce quella naturalezza dell'angolo di visione umano, e di conseguenza necessita di un approccio molto naturale alla fotografia, rinunciando alle stucchevolezze dei grandangoli onnicomprensivi o all'isolamento dei dettagli dei selettivi tele. Ok, per la precisione nel m43 questi sono 34mm equivalenti.
Sospettavo da un po' che questa fosse la mia focale e finora ho sopperito con il Lumix 20/1,7 (Equivalente 40mm), lente splendida se non fosse per la disastrosa gestione dell'AF.
da sx: M.Zuiko 17/1,8 - Lumix 20/1,7 - Lumix x vario 14-42
Lo zuiko 17 f 1,8 convince sin da subito, appena esce dalla sua scatola (sempre troppo povera di accessori per la qualità e per il prezzo); un piccolo gioiello meccanico, con la ghiera dell'AF che slitta in manuale mostrando i riferimenti per la profondità di campo e assumendo un fine corsa in entrambe le direzioni (cosa fantastica).
Olympus OMD EM5 con M.Zuiko 17/1,8
Rev. 2
Una delle questioni più calde dei luoghi dove si parla di
attrezzatura fotografica (che spesso poco ha a che vedere con la
Fotografia) è quella sulle dimensioni dello strumento, con l’implicita proporzionalità diretta tra dimensioni e qualità .
Evitando le specificità di esigenze di un certo tipo, che
chi ha sa già come risolvere (quindi un professionista o un amatore
avanzato che deve arrivare a determinati risultati con determinata
attrezzatura saprà già che cosa gli serve e cosa no), l’errore più
frequente è quello di riferirsi nelle discussioni a qualità di immagine
pura tirando i files all’inverosimile su iso stellari e pixel peeling
compulsivi, o di contare gli scatti al secondo, o di comprare a peso.
Insomma tutti parametri che a mio avviso sono veniali, la maggior parte
dei quali sono stati introdotti dal digitale (prima la pellicola era
uguale per tutti i corpi, volendo) e che possono distrarre dal fine
reale delle attrezzature.
E quali sarebbero le cose da valutare allora? beh io dico sempre di chiarirsi prima le idee sulle reali esigenze fotografiche personali,
non esiste il corpo perfetto migliore di tutti per tutti, si tratta
sempre di compromessi che ci consentano di non essere troppo tarpati nel
nostro workflow creativo. Ma ci sono molti miti da sfatare,
innanzitutto quello della qualità .
Una delle ragioni per le quali si inciampa nel mondo
delle mirrorless è quella del ridurre il peso, di cercare qualcosa di
più maneggevole che non ci faccia sentire in difetto di qualità rispetto
al più conosciuto mondo genericamente denominato Reflex.
Il giudizio comprlessivo è che siano due sistemi complementari, condividono lo stesso sensore e quindi non c’è un gap qualitativo nel risultato finale, ma cambiano le possibilità di scatto che i due corpi offrono. Le macrodifferenze stanno nel fatto che la OM5 ha il mirino e le ghiere, e questo consente un miglior uso di focali tele con correzione immediata della compensazione scattando, come faccio prevalentemente, in “P”. Comodissimo avere sull’indice la compensazione e sul pollice la possibilità di cambiare la coppia tempo/diaframma per affinare le scelte del processore, oltretutto si fa tutto con una mano. Per queste peculiarità ho preferito l’EM5 per il 45/1,8 e per il 45-175 lumix.
La Pl5, sensibilmente più leggera ma meno ergonomica, offre invece la versatiità di un display molto più mobile (e ribaltabile all’occorrenza), e questo aiuta moltissimo nell’uso dei grandangoli, soprattutto spinti, per le inquadrature con punti di ripresa (PDR) particolari, cosa che spesso determinate focali richiedono. La prevalenza su questo corpo è stata del 9-18 e del 14/2,5.
Una buona fetta del viaggio è sempre l’organizzazione, soprattutto se si hanno alcuni fattori che impongono una buona definizione delle cose da fare. Noi viaggiamo con due bambini piccoli (2 e 4 anni) e relative esigenze, e di conseguenza mia moglie (giustamente) apprensiva impone degli standard minimi.
L’indecisione principale per chi si affaccia nel mondo mirrorless è quella di sceglie ere se optare per la linea Pen in stile rangefinder o imboccare la via del male con le EVIL cioè quelle dotate di un mirino elettronico integrato.
I would like to talk about how to travel light but ready to document with photos (and video) your own trip.
Now with low cost flights is increasingly difficult to
carry with you the reflex and the relative lenses, and if we add a
specific issue, such as traveling with children, the problem becomes
even greater.
and so, what to do?
After various and careful market analysis and discussions
on the thematic forums, I have come to the conclusion that my goal is
the mirrorless system. Personally, I opted for the Micro Four Thirds, I bought an Olympus Epl5
and, looking in the used market, I have joined some prime lenses, such
as Lumix 14/2,5, lumix 20/1,7 and zuiko 45/1,8, and then I bought some
used zooms: the zuiko 12-50, 40-150 and 9-18. the whole kit bag can
weigh about 1.5 kg which is impossible with any other system, and
provides respectable performance, without weighing the long walks that
characterize my travels.
Voglio premettere che sono un utilizzatore trasversale, ho usato la pellicola per anni , camera oscura compresa, e poi un po’ per il lavoro di documentazione che svolgo per un ente e un po’ perché i tempi erano ormai maturi, sono migrato sul digitale.
Onde evitare che quello che dico venga travisato o accenda flames, inizio subito a chiarire che le mie considerazioni sono solo il frutto della mia esperienza diretta e quindi prendetele, se vi interessano, come tali.
Ogni luogo diventa una storia, ogni storia un ricordo.
Pensare, scegliere, decidere quale sarà il teatro della nostra prossima avventura è sempre una fase emozionante, ricca di sogni molti dei quali sappiamo si realizzeranno e che sicuramente, come avviene per ogni viaggio, supereranno le nostre aspettative. Pensare è già viaggiare poiché si inizia da subito ad incuriosirsi e conoscere. Fare tutto ciò con i bambini da un lato complica e dall’altro rende più ricca qualsiasi esperienza, per noi e per loro, cambia il senso delle cose, delle priorità , dei luoghi; non importa se di dovrà rinunciare a qualcosa, per motivi spesso banalmente logistici o pratici, si avrà sempre l’occasione di rifarsi su altri fronti, di apprezzare quegli aspetti più diretti che restituiscono una visione meno turistica e più da viaggiatori delle realtà che si incontrano.
Ho sempre pensato che anche con dei bambini piccoli non si dovesse
rinunciare a viaggiare, anzi, proprio per loro, innescare sin da subito
determinate attitudini all’adattarsi e al cambiamento continuo, porta
moltissimi benefici.
Alberto, nato nel 2009, a 2 mesi ha fatto i suoi primi 1000km in auto, ha compiuto 1 anno a Lisbona e conosce molto bene l’aereo che ci porta nelle nostre frequenti mete estere; come lui Rebecca, nata nel 2010, ha già viaggiato in Spagna e in Polonia, oltre alle tante gite fuori porta di alcuni giorni che prendiamo durante l’anno e al continuo su e giù da Venezia verso il nostro Salento natio.
Stare fermi è tempo sprecato, non hanno paura di cambiare letti, ritmi, luoghi e abitudini, sanno già che esistono lingue diverse per luoghi diversi e sanno adattarsi velocemente. Un po’ ho dovuto combattere con i freni e le apprensioni di mamma e parenti, ma ora, almeno la mamma, mi da ragione su questa scelta.
Loro parlano dei viaggi passati, raccontano e ricordano attraverso i video che ho fatto, le foto o i libri di viaggio che ho stampato, e spesso mi chiedono di rivedere il materiale. Sono soddisfazioni enormi per me, trasmettere una passione del genere agendo, vivendola insieme non a parole ma nei fatti, raccogliendo entusiasmo e curiosità , se non mi credete, chiedetelo a loro.
"…chi non parte, in veritÃ
in nessun posto arriverà .”
(G. Rodari)
Alberto, nato nel 2009, a 2 mesi ha fatto i suoi primi 1000km in auto, ha compiuto 1 anno a Lisbona e conosce molto bene l’aereo che ci porta nelle nostre frequenti mete estere; come lui Rebecca, nata nel 2010, ha già viaggiato in Spagna e in Polonia, oltre alle tante gite fuori porta di alcuni giorni che prendiamo durante l’anno e al continuo su e giù da Venezia verso il nostro Salento natio.
Stare fermi è tempo sprecato, non hanno paura di cambiare letti, ritmi, luoghi e abitudini, sanno già che esistono lingue diverse per luoghi diversi e sanno adattarsi velocemente. Un po’ ho dovuto combattere con i freni e le apprensioni di mamma e parenti, ma ora, almeno la mamma, mi da ragione su questa scelta.
Loro parlano dei viaggi passati, raccontano e ricordano attraverso i video che ho fatto, le foto o i libri di viaggio che ho stampato, e spesso mi chiedono di rivedere il materiale. Sono soddisfazioni enormi per me, trasmettere una passione del genere agendo, vivendola insieme non a parole ma nei fatti, raccogliendo entusiasmo e curiosità , se non mi credete, chiedetelo a loro.
"…chi non parte, in veritÃ
in nessun posto arriverà .”
(G. Rodari)
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