Renato Greco

Fotografo, videomaker, viaggiatore e musicista.

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Lumix GX7 + Leica 15/1,7
1/15sec 30mm equivalenti anche con Is
non sempre garantisconosicurezza dal micromosso
Una delle peculiarità che più caratterizza la razza umana è la poca memoria del nostro passato (per fortuna che c’è il web), e un’altra che la segue a ruota sono le abitudini che spesso vanno a braccetto con il problema di cui sopra.

Negli ultimi anni la tecnologia ci ha un po’ rammolliti, diciamolo, vorremmo che tutto arrivasse bello e pronto e non siamo disposti a rimetterci in gioco facilmente, questo con la conseguenza che se cambiamo qualcosa della nostra routine, al primo ostacolo ci arrendiamo e ritorniamo nella nostra comfort zone.

Tutto questo per arrivare al punto che, in ambito fotografico, scattare senza stabilizzatore (ottico o del sensore) è assolutamente possibile ma servono delle accortezze, e quando non bastano si cerca di fare il meglio possibile con alcuni accorgimenti se si vuole portare a casa lo scatto come si può. 







Partecipa alla discussione Tempi di siscurezza, micromosso, Tips & Tricks aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.


Una delle mie passioni, attraversare le città e fermarne alcune visioni, scattare rapidamente, a volte quasi d'istinto per non fare rumore e snaturare l'attimo che si vuole cogliere.
Sabato scorso con famiglia al seguito e amici fotografi del gruppo Facebook Semplicemente Fotografare, abbiamo trascorso un w.e. a Bologna, il meteo non ha aiutato ma la città è talmente viva e colorata da offrire moltissimi spunti a tutte le ore.
Ci eravamo stati qualche giorno fa per un'altra passeggiata e il risultato fotografico è stato completamente diverso, probabilmente mi sono posto diversamente io, comunque questa è una piccola selezione degli scatti, ho usato il corredo Fuji X a mia disposizione con i due corpi XE1 XE2 e varie lenti, dalla pagina Flickr dell'album potete vedere anche gli exif.


Ci sono alcune lenti talmente divertenti e compatte che possono farci dimenticare di avere in mano una macchina ad ottiche intercambiabili. Mi spiego meglio, una volta montato il 27mm sul corpo macchina, qualunque esso sia di casa Fuji, si fa davvero fatica a toglierlo. La lente è minuscola e leggerissima, è l’unico XF non diaframmato, ma le prestazioni sono davvero di alto livello.

Capita di leggere in giro una sensazione diffusa che in casa Fuji ci siano ottiche di serie A o di serie B, e che questo sia relegato alla fascia secondaria, dato anche il costo inferiore, probabilmente per fattori puramente estetici ed economici, ma usando io il Microquattorterzi ho imparato a non farmi influenzare troppo da questo tipo di preconcetti.

Partecipa alla discussione Fujifilm XF 27mm f/2.8 - rangefinder inside aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.

Non ho ancora mai affrontato in questo spazio l'uso di lenti vintage adattate al digitale, eppure è una cosa che mi diverte fare ogni tanto.

Personalmente non ho molta pazienza con i sistemi manuali e i relativi ingombri e pesi, ma possedendone diverse ogni tanto ci provo.

La premessa è sempre la stessa, quella di non aspettarsi l'incisione delle lenti dedicate ma di fare leva sulle peculiarità specifiche della lente in questione.



Partecipa alla discussione 58mm Minolta auto Rokkor - PF 1:1,4 aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.


Il Fujinon 14mm f2,8, un incontro ravvicinato che doveva avvenire, la lente che ha aspettato che la scoprissi quando i tempi sarebbero stati maturi per poterla comprendere come meritava.

Sono un amante dei wide, l’ho sempre detto e confermato attraverso i miei scatti, mi piace giocare con i salti dei piani prospettici e i contrasti delle inclusioni nelle composizioni, ne ho posseduti diversi per ogni sistema che ho avuto, ma incappare in questa lente è stato davvero un colpo di fulmine.



Partecipa alla discussione Fujifilm Fujinon XF 14mm f/2.8 R aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.
Qualche settimana fa, nel raduno fotografico di Semplicemente fotografare a Novafeltria (Rn), ho avuto modo di scattare e confrontarmi con molti amici fotografi che adoperavano il sistema Fuji X-Trans, e sebbene in molte situazioni la velocità e versatilità del mio m43 fosse preferibile per me, ci sono stati alcuni scatti del piccolo teatro della città che mi hanno impressionato. Li aveva fatti Mauro Raponi, con una Fuji X-pro1 e una lente che mi ha lasciato basito. Io non ero con lui in quel momento, ho fotografato anche io quel teatro con la OMD EM5 e il Lumix 7-14/4, ma appena ho visto quelle immagini la prima domanda che gli ho fatto è stata con quale lente li avesse fatti. Si trattava del Fuji 14mm f 2,8 preso in prova dal banchetto Fuji che era li per la demo legata all'evento. Credo che sia la prima volta che sono così colpito rispetto a un risultato fotografico (non avevo idea di come avesse fatto quegli scatti), probabilmente il fatto di essere passato nello stesso luogo e con la stessa luce ed aver verificato di persona le possibilità di quello spazio fotografico, mi hanno aiutato a capire il lavoro incredibile che consentiva di fare quella lente.
Dopo aver posseduto il BCL 15mm di Olympus, una toy lens come si suol dire, ho avuto occasione di provare per alcuni giorni il fratellone 9mm, fisheye come indicato sul tappo-lente in plastica.

Si tratta di un obiettivo senza grosse pretese, una specie di tappo di lusso potremmo dire, ma devo fare outing: mi sono divertito moltissimo!
Difetti? Sicuramente molti, non ha certo la definizione di una lente tradizionale, la CA è notevole, anche se tiene bene il controluce, distorce per sua natura ed è un f 8 fisso, quindi gli serve luce.

Per il resto che dire, lo si mette sulla macchina e ci si concentra sul comporre e scattare, bisogna entrare nello spirito di questo oggetto, magari provare a colmare con la creatività le sue lacune e sfruttare le sue peculiarità come pregi... insomma per quello che costa (meno di 100€) e quello che pesa (irrilevante) averlo in tasca può risultare utile e divertente per restituire alcune parentesi particolari dei propri spostamenti fotografici.

Non c'è molto da aggiungere se non le immagini, a voi la scelta e la parola se vorrete intervenire sul forum nella discussione dedicata  aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.


Come sviluppare in modo soddisfacente i file RAW delle fotocamere Fuji equipaggiate con sensore XTrans? In Rete l'argomento è molto dibattuto e sta a cuore agli X-Shooters (e non solo). Nel topic X-Trans. Iridient vs Lightroom per lo sviluppo dei RAW mettiamo a confronto il trattamento riservato ai RAW Fuji da Iridient Developer con quello offerto da Lightroom (Lr 5). E vagliamo delle alternative: CaptureOne, PhotoNinja, ecc.


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Possedendoli entrambi mi viene naturale pormi delle domande. Sono lenti costruite con determinati standard, piuttosto elevati su entrambi i fronti. Il Fujinon XF 18-55 R LM OIS ha un [i]feel[/i] metallico, massiccio, ghiera diaframmi senza indicazione e a corsa infinita (quindi controllo digitale), zoom manuale e ghiera del fuoco; paraluce di serie, interruttore per azionare i diaframmi o passare in A, e stabilizzatore ottico (OIS) a bordo. Il Lumix (che ha un costo quasi doppio a quello del Fujinon), mantiene costante l'apertura su tutta la corsa ed ha una focale più wide, parliamo di 24mm equivalenti vs 27mm, mentre è più corto sul lato tele in quanto si spinge fino ai 70mm equivalenti vs gli 82mm, mantenendo ovviamente costante l'apertura f/2,8 su tutto il range focale. Costruzione e [i]feel[/i] ottimi, non ha ghiera diaframmi, ha lo switch per attivare/disattivare l'OIS, paraluce e sacchetta, ed è tropicalizzato. Entrambi sono Made in Japan. Compattezza e peso sono simili. Questo perché il Fujinon, pur dovendo coprire un sensore APS, non mantiene l'apertura costante a f/2,8.

Inizio con un veloce test parallelo, a cavalletto e impostando manualmente le macchine (con lo scatto ritardato di 2 sec). Ho intenzionalmente montato il Lumix sul sensore Sony della Olympus Pen E-PL5 per evitare che un corpo Lumix, dialogando con un'ottica Lumix, intervenisse sulla CA. È solo un primo approccio parziale che approfondirò sul campo, e per ora mi muovo sui jpg diretti con i settaggi che ho messo per il mio utilizzo quotidiano dei sistemi.

Partecipa alla discussione Fujinon XF 18-55f2,8-4 R vs Lumix G Vario 12-35/f2,8 aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.

Continuo la descrizione delle impressioni di utilizzo della Fuji X-E2, dopo essere passato al nuovo firmware ci sono sensibili novità.

Prima di tutto il mirino è diventato davvero fluido e veloce nel refresh e questo ne migliora sensibilmente la praticità di utilizzo, la visione diurna è molto naturale e ricca anche nel WB che spesso viene saturato in questo genere di dispositivi.

Partecipa alla discussione aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.

Inizio a fermare a caldo le mie impressioni nelle prime fasi di ingresso in questo sistema. Faccio una breve premessa: vengo da un passato analogico, come molti, ho fatto (e ho ripreso a fare) Camera Oscura, per poi attraversare la fase delle reflex digitali, dall'APS-C al Full Frame, e da quasi due anni mi sono tuffato con buona soddisfazione nel sistema MicroFourThirds, sperimentando e possedendo diversi corpi e lenti, viaggiando e scattando in giro per il mondo. Oggi, dopo alcuni confronti "destabilizzanti" con miei amici che hanno adottato il sistema Fuji X, ho deciso di toccare con mano quello che potesse offrire un sensore così innovativo e un sistema che è arrivato a un grado di maturazione notevole. Venendo al sodo: dopo averci lungamente pensato su, ho preso una X-E2 con il 18-55/2,8-4 XF e il 50-230/4,5-6,7 XC bella fiammante, dal mio fornitore ufficiale di Venezia Marco Missiaja.

Partecipa alla discussione aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.

Quale mediotele economico ma di qualità per la propria compatta a sistema? Nell’universo MicroQuattroTerzi, in particolare, l'offerta è anche in questo caso estremamente ampia. Se si eccettuano i più veloci, costosi e professionali Voigtländer Nokton e Leica Nocticron da 42.5mm (85mm eq.) oppure l’eccellente M.Zuiko 75mm f/1.8, due mediotele dai costi accessibili e dalla pregevole performance ottica sono senz’altro il M.Zuiko 45mm f/1,8 e il Sigma 60mm f/2,8 DN A. Sono focali differenti, sia chiaro, ma entrambe adatte alla ritrattistica (e non solo). 

Vediamo in dettaglio quale e perché scegliere nella discussione M.Zuiko 45mm f/1,8 vs Sigma 60mm f/2,8 DN A aperta su CSC Talk, la Community dedicata alle fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili.
Il Lumix 100-300/4-5,6 è un supertele incredibilmente compatto per la focale e la relativa luminosità che offre, con una OIS (stabilizzazione ottica) molto efficiente oltretutto. Unica alternativa in questo range di focali allo Zuiko 75-300/4,8-6,7 (non stabilizzato e più buio), offre una focale equivalente nel 35mm a un 200-600mm.







Ecco l’ultimo arrivato in casa Lumix - Leica, il Summilux 15mm f 1,7, ottica che restituisce un ottimo feeling sin da subito sia per la costruzione che per la focale, almeno per me. 
Ho amato molto lo M.Zuiko 17/1,8 ma devo confessare che questi 2mm in meno aprono nuovi scenari nell’approccio all’inquadratura. Mi piace essere rapido nell’approccio allo scatto e usando davvero poco il mirino con questi 30mm equivalenti (nel 35mm) è una percezione quasi naturale di ciò che si inquadra e spesso non serve nemmeno controllare l'inquadratura se si deve cogliere l'attimo (da non fraintendere con lo scatto compulsivo cronico).

CSC è l'acronimo di Compact System Cameras e indica le cosiddette "compatte a sistema", ossia fotocamere prive dello "specchio" delle reflex ma, come quest'ultime, a lenti intercambiabili. Ormai i tempi sono maturi per poter vedere i frutti di chi ha saputo capire che determinate strade andassero sviluppate per alleggerire ed innovare contemporaneamente.

Sono un estimatore del bellissimo JPG che produce la Olympus (nello specifico parlo del sensore della OMD EM5 e PL5), ma ci sono dei casi particolari e dei limiti che vanno conosciuti, per poter lavorare con consapevolezza.

Confrontandomi con il mio amico fotografo veterano Giorgio Rossi, mi è stato fatto notare che in alcuni casi di pattern di verde, ingrandendo l'immagine, il jpg della OMD EM5 tendeva a creare delle macchie acquerellate.
Ho cercato un riscontro ed effettivamente devo confermare la sua ossservazione. Mentre l'ORF  mantiene intatta l'immagine (naturalmente più pesante e non compressa), il JPG viene tratto in inganno da apparenti ripetizioni degli schemi dell'immagine, portando agli errori che vedete nella fotografia.

Un tema che è il caso di affrontare e approfondire, e che spesso produce miti e incomprensioni, è la profondità di campo el sistema micro quattro terzi (Micro four thirds)
Facciamo una premessa, il sensore m43 è sensibilmente più piccolo del 35mm, questo comporta un crop factor di 2x delle focali, naturalmente la luminosità resta invariata ma porta a una profondità di campo doppia rispetto a Pieno Formato (35mm). Sono leggi fisiche, che troppo spesso vengono lette come un difetto di questo sistema, e ancora più spesso chi assume posizioni denigratorie lo fa con una certa dose di ignoranza della realtà contingente che ne deriva.

M.Zuiko 75/1,8 
Una delle lenti che mi ha sempre attratto in questo sistema è il 7-14 f4 lumix, focale spinta per architettura, esplorazione urbana o fotografia creativa; dato che non amo i fisheye ma amo i superwide, a un anno dalla migrazione verso il consorzio microquattroterzi sono riuscito ad aggiudicarmi questa lente fantastica ma costosa in un'asta di ebay.

Per diversi mesi ho usato il più economico M.Zuiko 9-18 f 4-5,6 che mi ha dato moltissime soddisfazioni e resta compatto e performante, ma abbastanza indietro al lumix 7-14 per nitidezza, costruzione, distorsioni, luminosità e angolo di campo sensibilmente maggiore.





Oggi proverò a fare una carrellata delle funzioni e dell'interfaccia ergonomica e dell'accessibilità, almeno in parte.
Ripartiamo dalla taratura del WB che secondo i miei gusti deve essere "raffreddata" un po', niente di più semplice richiamando il WB con l'apposito tasto si possono personalizzare tutte le posizioni, in maniera molto intuitiva attraverso un sistema di assi cartesiani (in foto).



Naturalmente questo settaggio inciderà sulle jpg e non sui raw, quindi scattando in doppia modalità ci si potrà fare un'idea del risultato delle modifiche.

Dopo un lungo periodo di convivenza con le bellissime Olympus OMD EM5 e PL5 ho deciso di vedere cosa succedesse nel mondo Lumix con l'ultima nata DMC GX7, che sulla carta offriva tutto quello che si può desiderare da un corpo di questa categoria, a partire dal mirino integrato di ultima generazione che resta nel filo dell'aspetto rangefinder evitando ingombri extra verso l'alto (a pozzetto o in aggiunta esterna come sulle concorrenti).


Per quanto mi riguarda, ritenendo l'IS in body un requisito fondamentale per me, la Gx7 è l'unica di casa Lumix che mi poteva interessare; aggiungiamo il fatto che il sensore è completamente nuovo e che mi piaceva l'idea di avere due macchine simili, stesso consorzio e parco ottiche, ma differenti come cuore.






Ieri mi è arrivata questa lente fenomenale e nel provarla indoor per vedere che funzionasse tutto a dovere, ho fatto un piccolo test.

Premettiamo che il 75mm sul micro four thirds ha un crop x2, quindi moltiplica la lunghezza focale, qundi in campo 35mm (o full frame, come comunemente detto), siamo davanti a un 150mm f 1,8 (l'apertura resta la medesima). Una focale tele piuttosto lunga e luminosa che normalmente necessita di tempi di scatto molto rapidi per non generare del mosso a mano libera. Nella pellicola si consigliavano tempi di sicurezza doppi alla focale, e quindi ci si può fare un'idea. Oggi ci sono le ottiche o i corpi stabilizzati che aiutano a recuperare qualcosa e a poter scattare con tempi leggermente più lenti, diciamo che da una media di 2 fino a 4 stop di recupero (da decidere se distribuire tra tempi, diaframmi e iso a seconda delle necessità).

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