Gear war (fotografica)
Voglio premettere che sono un
utilizzatore trasversale, ho usato la pellicola per anni , camera oscura
compresa, e poi un po’ per il lavoro di documentazione che svolgo per
un ente e un po’ perché i tempi erano ormai maturi, sono migrato sul
digitale.
Onde evitare che quello che dico venga travisato o accenda
flames, inizio subito a chiarire che le mie considerazioni sono solo il
frutto della mia esperienza diretta e quindi prendetele, se vi
interessano, come tali.
Sono abituato a spostarmi e a viaggiare
sempre con una macchinetta al seguito, accanto all’immancabile e super
discreto smartphone fotografico (non cito marchi per non indispettire i
detrattori della mela morsicata…); é una sorta di compagnia
rassicurante, mi piace condividere ed intrecciare quelle tessiture di
confronti e contatti che caratterizzano le dinamiche dei social, e
grossomodo è quello che fanno più o meno tutti quando scattano, nel
senso che stampare foto è passata con gli anni da una posizione di
default per chi faceva negativi (un po’ meno per le diapo, ma comunque
il ciba era l’obiettivo finale), ad essere del tutto collaterale o
addirittura sconosciuto per la massa che produce gli attuali files
digitali. Non lo vedo come un aspetto negativo, applico il mio filtro
relativista anche a questi aspetti, alla fine la fruizione è di molto
aumentata, e questa accelerazione produce sempre maggiore esperienza e
accessibilità in tutti i campi. Quindi per me va bene, va tutto bene
purché si percepisca una consapevolezza e un’intenzione dietro quello
che si fa (cosa che distingue ciò che può essere interessante dal rumore
di fondo).
in questo panorama si introduce prepotentemente il
fattore business, spesso pilotando altre volte magari ascoltando le
esigenze del proprio target, il che può ancora passare; la parte dolente
però è la quantità di inganno che si nasconde dietro ai messaggi che ci
arrivano e che fa leva sulla non reale cognizione di causa delle
persone in oggetto.
Tutto questo pippolone per arrivare a dire: stai davvero comprando (o usando) quello che ti serve o ti sei lasciato fregare anche per la fotografia?
la
reflex, questo mito ormai sulla bocca di chiunque che è più spesso uno
scudo per la propria inesperienza che una necessità concreta, sta
vivendo il suo momento, ve ne sono per tutte le fasce di prezzo e
offrono prestazioni di tutto rispetto, o almeno le offrirebbero se non
fosse per il fatto che le vendono corredate da fondi di bottiglia e
nessuno si sogna di avvisare il malcapitato che per sfruttarne le
qualità sarebbe bene prevedere un budget mediamente quadruplo per
iniziare con una lente seria, sono le lenti a fare le foto, mettetevelo
in testa!
Ok, va bene, puntiamo sulla creatività e sulla fotografia,
ho una reflex e le foto sono interessanti per quello che trasmettono e
non per la qualità … Se questa è la premessa non vi serve un reflex,
fatevi un giro sui vari host di immagini e inserite le parole chiave di
alcune compatte (tanto per iniziare) e rendetevi conto voi stessi che
avete qualche centinaio di grammi di troppo (volendo essere ottimisti)
per le vostre esigenze e i risultati che tirate fuori.
Il vero
punto dolente è che se sbagliamo a tarare gli acquisti di questo ambito
potremmo ritrovarci penalizzati o tarpati in quello che vorremmo fare, comprare una macchina fotografica è un momento cruciale,
richiede un po’ di impegno e consapevolezza, fate una lista di cosa
vorreste realizzare, di come la vorreste usare, dei risultati che vi
aspettate di ottenere (realisticamente), se scattate con poca luce, se
volete avere un controllo totale, se dovete portarla sempre con voi, se
amate un genere specifico e così via… non vi fidate dei consigli
dell’amico che ha la reflex o del commesso del supermercato, e non
andate sui forum brandizzati sperando di ricevere dritte obiettive,
essere autocritici verso i propri errori è quasi impossibile in certi
luoghi di culto.
Ora vi racconto quello che faccio io
adesso, lasciando perdere il passato, visto che ho appena dato una bella
virata ai miei investimenti fotografici. Io scatto molto, vivo quasi
osservando attraverso la fotografia, mi piace cercare di raccontare i
luoghi che attraverso e i soggetti che incontro, i viaggi, e così via,
cose piuttosto normali per chi ama questo strumento. Complice la
presenza di due bambini piccoli (grande palestra per un fotografo) e i
frequenti viaggi che cerco di fare, ho deciso di riflettere bene su cosa
offrisse il mercato che mi consentisse di continuare con un approccio
consapevole, di mantenere una qualità elevata ma di ridurre
drasticamente i pesi e le dimensioni. A dicembre sono stato in
Thailandia con la Canon 5d2 (reflex fullframe) e relativo corredo… non è
stato facile organizzare il bagaglio a mano e non è indifferente la
fatica di spostarsi con determinati pesi in climi così caldi… il tarlo
ha iniziato a scavare.
Così a inizio 2013 ho iniziato a sondare
le varie opzioni di queste famigerate mirrorless di cui si sentiva tanto
parlare sul web, varie tipologie e marchi famosi, ognuna con
caratteristiche diverse, non è stato facile orientarsi, ma alla fine ho
puntato sul micro 4/3, il consorzio Olympus/Panasonic, complice la
facile reperibilità di lenti per tutti i gusti e livelli, un sensore
strepitoso di ultima generazione e una garanzia di longevità di questo
standard. E' stato un colpo di fulmine per la mia attitudine, mi sono
da subito reso conto che io e la piccola PL5 eravamo fatti l’uno per
l’altra, ho costruito un corredo abbastanza versatile sia di fissi che
di zoom ed è stato come lubrificare e dare nuova vita a quegli
ingranaggi creativi che ogni tanto si assopivano sotto il peso della
reflex, e poi ho affiancato un paio di corpi usati dello stesso standard
che reputo abbiano ancora molto da dire soprattutto nel campo video
(come la Panasonic GH1).
Cosa hanno di più delle compatte premium?
Ottiche
intercambiabili, vasta scelta di accessori, sensori più grandi (a parte
qualche eccezione) e la possibilità di ampliare e aggiornare mantenendo
gli investimenti.
Ciò non toglie che anche molte attuali compatte siano sufficienti per molti degli utilizzatori di reflex.
Dove voglio arrivare?
Beh
il mio è un semplice consiglio, prima di pensare che le reflex siano
l’upgrade definitivo del vostro approccio fotografico, valutate bene se
esiste qualcosa di più flessibile e adatto a voi; per come l’ho vista io
il 98% delle persone che comprano una reflex oggi ne guadagnerebbero in
termini di fotografia e soddisfazione puntando su una mirrorless. Non
mi sembrano pochi.
Non voglio entrare in questioni tecniche,
magari aprirò delle finestre in questo blog all’occorrenza, in giro
troverete tantissimi approfondimenti da quel punto di vista delle
apparecchiature e diffuse diatribe all’ultimo sangue tra i sostenitori
delle fazioni, quello che invece dovete far parlare sono le immagini.
Il
punto di non ritorno è la consapevolezza che se non avessi avuto con te
un’attrezzatura discreta e performante certi scatti non avresti potuto
realizzarli, ancora peggio lasciando la reflex a casa nella borsetta
nell’armadio.
Diciamo per finire che si potrebbe fare un piccolo
passo avanti rispetto al famoso detto che “la migliore macchina
fotografica è quella che hai con te quando ti serve”, aggiungendo che se
hai una buona macchina leggera e compatta come una mirrorless (tipo
PEN), puoi permetterti di averla sempre con te, o quasi.
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© Renato Greco - All rights reserved
(foto di Daniela Zennaro - Rio De Janeiro 2007)
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